Quando nasce il “pensiero scientifico”? Attenzione, questa domanda nasconde un trabocchetto. Non sto chiedendo quando nasce la “scienza”, ma la teorizzazione di come un uomo di scienza deve pensare per potersi definire ufficialmente tale. La scienza precede di molto la nascita del pensiero scientifico: l’antichità è piena di scoperte anche geniali in molti campi della scienza e della tecnica. I Babilonesi e gli Egizi, ma anche i Cinesi, gli Aztechi e i Maya possedevano un bagaglio di conoscenze di matematica, di astronomia, di anatomia e di medicina nient’affatto disprezzabile, Ma esse nascevano in altri contesti di pensiero. E ne parleremo in seguito.
E’ la Grecia che “inventa” il pensiero scientifico per come noi modernamente lo intendiamo. E lo inventa nel momento in cui, per la prima volta, chiede un “perché” a tutto quello che l’uomo osserva. Non si accontenta più del mito, della leggenda, dell’opera di un dio per spiegare i fenomeni. Di ogni cosa vuole comprendere la causa. Una cosa non è vera se non ha una causa plausibile. Ma non esiste mai una sola causa per un fenomeno: se la mia mano si muove, è perché i muscoli si contraggono, se i muscoli si contraggono è perché i nervi lo comandano, se i nervi mandano questo segnale è perché lo dice il cervello… e così via. Dunque l’invenzione del pensiero scientifico corrisponde a quella del “ragionamento logico”: siamo nell’universo del logos greco. Certo, il limite del ragionamento logico è che non può andare all’infinito, bisognerà fermarsi ad un certo punto, ad un assioma indimostrabile. Nel caso dell’esempio (banale) che ho fatto il mio ragionamento logico si potrebbe bloccare alla domanda: da dove nasce la scelta del mio cervello di far compiere una certa azione alla mia mano? Potrei dire la mia “volontà”, ma chi me lo garantisce? A questo genere di domande risponde Aristotele, il padre del razionalismo greco. Se il ragionamento scientifico consiste in una concatenazione di proposizioni, è chiaro che esso sarà corretto solo se le premesse saranno vere. Ma come si fa quando si arriva all’inevitabile premessa indimostrata e indimostrabile? Aristotele risponde: le premesse alla radice di un ragionamento logico devono essere “evidenti”, cioè devono apparire “vere di per sé” alla nostra intuizione. Dunque, alla base del ragionamento logico aristotelico, devono esserci principi necessari, universali ed auto-evidenti, che egli chiamerà “assiomi”.
Il razionalismo aristotelico ha due evidenti limiti: il primo è il fatto che esso è tutto giocato sul ragionamento astratto e concede pochissimo spazio all’osservazione diretta dei fenomeni naturali. Il secondo limite è che i suoi pilastri, gli assiomi, sono arbitrari e dogmatici. Insomma, è l’universo dell’”ipse dixit”, un modello assolutamente vincente nei secoli per alcune scienze, come la matematica e l’astronomia (che è, in realtà un grande campo di applicazione della geometria euclidea). Lo è stato assai meno per la fisica, ma soprattutto per le scienze naturali e per la medicina che non possono partire da assiomi indimostrabili, da verità assolute, ma richiedono un costante contatto con la realtà, richiedono in altre parole un approccio empirico.
Le scienze naturali e la medicina sono, in buona parte, frutto di una “ribellione” al razionalismo aristotelico. Questa ribellione si è concretizzata in due forme diverse: con la presenza di una scienza “alternativa” rispetto a quella aristotelica che ha serpeggiato per tutta l’antichità e il medioevo (che si identifica quasi completamente nel pensiero magico-alchemico) e, successivamente, con un ripensamento globale del pensiero scientifico, iniziato nel Rinascimento, fondato sulla diffusione di un pensiero naturalistico basato sull’osservazione della natura e sul metodo induttivo, anch’esso figlio per molti versi, dell’alchimia.

2 Risposte to “Quando nasce il pensiero scientifico?”


  1. mi fanno male un po gli occhi perche questa cosa e molto lunga -_-

    • paolomaggi Says:

      Ha ragione, perchè si tratta dela sintesi di un capitolo di un mio libro. Converrebbe caso mai stamparlo e, con molta calma, leggere il cartaceo. Purtroppo, dato il tema di quest sito, non tutti gli argomenti si prestano a brevi trattazioni…me ne scuso!


Lascia un commento